Civita

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Civita fu fondata tra il 1467 e il 1471 da gruppi di famiglie albanesi in fuga dai turchi sulle rovine di un antico villaggio, il castrum Sancti Salvatoris, un antico sito abitato dagli abitanti di Cassano durante il periodo delle incursioni saracene.

Civita è uno dei borghi medievali meglio conservati all'interno della Calabria, caratterizzato da una struttura urbana costituita da stradine e ampi spazi intersecanti. Questa struttura - presente nei tre quartieri principali, Sant'Antonio (il più antico), Piazza e Magazzeno - è chiamata "gjitonia" in albanese, traducibile in quartiere. Ha una logica urbanistica e costituisce allo stesso tempo il nucleo fondamentale dell'organizzazione sociale. In realtà, è la parte più piccola del tessuto urbano, costituita da una piccola piazza dove convergono i vicoli, circondata da edifici: generalmente una dimora signorile attorno alla quale si sovrappongono altri nuclei minori che occupano tutto lo spazio . Qui si incontrano per conversare, ricamare, parlare sotto la "galti", galleria davanti alla porta d'ingresso. La "gjitonia" è quindi una pratica sociale: come lo "sheshi", uno spazio più ampio in cui i frequentatori abituali della "gjitonia" si riuniscono durante il loro tempo libero e dove, spesso, vengono improvvisate canzoni corali tra donne e che generalmente porta il nome di chi ci vive.

Camini e "case parlanti" sono caratteristici di Civita. I caminetti sono quasi opere d'arte. Non sappiamo esattamente quando iniziò l'usanza di erigere imponenti camini con forme capricciose, diverse per ogni casa e secondo l'ispirazione del maestro muratore. Il camino era come la firma di una nuova casa, di cui divenne il totem, con la funzione non solo di aspirare il fumo dai camini, ma anche di tenere lontani gli spiriti maligni. Ci sono una cinquantina di comignoli storici, probabilmente costruiti tra la fine del 17 ° secolo e l'inizio del 20 ° secolo.

Passeggiando per il villaggio, si trovano anche case dall'aspetto antropomorfo, le cosiddette "case di Kodra" o "oratori", una sorta di omaggio al pittore naturalizzato italiano nato in Albania, Ibrahim Kodra, abbastanza riconosciuto internazionalmente. Queste sono case molto piccole, con piccole finestre, un camino e un comignolo, la cui facciata ricorda chiaramente il volto umano.

Infine, il "Ponte del Diavolo" è una costruzione caratteristica che ricorda un'antica leggenda ed è inoltre collegato al Parco Nazionale del Pollino e come rinomata destinazione turistica.